Ogni stanza del Museo del Montefeltro è una tappa di un percorso.
Ogni stanza mette in scena solo l’inizio di una storia che invoglia il viandante a proseguire, varcando la soglia dell’ambiente successivo, alla ricerca di una risposta che, tuttavia, solo nella propria anima può trovare.
Sentirsi pellegrini in viaggio dentro il museo:
alla ricerca di chi o di cosa?
Gli sguardi di uomini e donne, che si sono avvicendati nei secoli sull’antico territorio della Diocesi di San Marino-Montefeltro, che si estende su due stati e due regioni, si sono incrociati per pietà, per curiosità, per invocazione con quelli che gli artisti hanno attribuito alle figure sacre descritte in quadri e sculture, che il tempo e l’oblio degli uomini hanno consumato. Oggi quegli stessi sguardi si offrono nel Museo per incontrare i visitatori e rassicurarli che nulla viene cancellato: persiste anche la memoria dell’oblio. Oggetti liturgici, paramenti sacri, vecchi o antichi mobili, suppellettili che portano impressi i segni di un uso privato o pubblico, ex voto, reliquiari raccolti prima di una rovinosa dispersione e che, riuniti in magazzini, hanno suggerito un modello espositivo che restituisce, attraverso l’accumulo, il senso dell’objet trouvé, l’emozione di una scoperta tutta personale.