FRA’ ORAZIO E IL TIBET
IL CAMMINO DELLA SCOPERTA E IL RISPETTO DELL’ALTRO
IL GELSO DEL DALAI LAMA
Orto dei frutti dimenticati
Il gelso, il più saggio degli alberi che simboleggia pazienza, intelligenza e passione, fu messo a dimora dal Dalai Lama il 15 giugno 1994.
DIPINTO SU PIETRA
Piazza Vittorio Emanuele II
Nel loggiato del Palazzo della Ragione (piazza Vittorio Emanuele II) è installato un dipinto su pietra realizzato dal pittore tibetano Tashi Lama accompagnato da un testo poetico scritto da Tonino Guerra che ricorda la commozione del Dalai Lama durante la sua prima visita a Pennabilli.
CASA NATALE DI ORAZIO DA PENNABILLI
Una lapide ricorda la visita del Dalai Lama alla casa dove nacque fra’ Orazio
IL CHORTEN, ORAZIOni per il Tibet
Pianetto, sulla salita del Roccione
Uno spazio dedicato al Tibet e ai Tibetani che
- hanno accolto in pace e amicizia i missionari Cappuccini marchigiani dal 1703 al 1745:
- hanno ospitato per 9 mesi fra’ Orazio da Pennabilli nel monastero di Sera (Tibet) per imparare la lingua colta tibetana sotto la guida di un Lama istruito, per conoscere la mentalità e la religione dei tibetani; a Kelsang Gyatso, il 7° Dalai Lama (1708-1757), che intrattenendo rapporti di stima e amicizia con Orazio da Pennabilli gli concesse il permesso di acquistare un terreno a Lhasa per costruire il convento e la chiesa e il privilegio di predicare liberamente la religione cattolica; a Tenzin Gyatso, il 14° Dalai Lama che ha donato alla città di Pennabilli l’onore di due memorabili visite nel 1994 e nel 2005. Con l’augurio che al Tibet e ai tibetani venga riconosciuto il diritto all’autodeterminazione e possano ritrovare pace, libertà e prosperità.
LA CAMPANA DI LHASA
Sul Roccione
Sabato 30 luglio 2005, Sua Santità il Dalai Lama nella sua seconda visita ha inaugurato il monumento della Campana di Lhasa per ricordare il grande missionario cappuccino fra’ Orazio da Pennabilli. La campana è la copia esatta di quella che si trovava nel convento dei frati cappuccini costruito a Lhasa in Tibet quando fra’ Orazio era Prefetto della missione. Attualmente la campana originale si trova in un magazzino del Jokhang il principale tempio buddista di Lhasa, ed è l’unico reperto rimasto in Tibet a testimonianza della missione cristiana del ‘700. Il calco per la fusione della campana é stato effettuato da Elio Marini nel corso di una spedizione di studio nell’estate 2004. Sul monumento, accanto alla campana, come segno di incontro fra le religioni per la pace e l’armonia tra gli uomini, sono stati posti tre “mani korlo” o mulini di preghiera tibetani, sui quali è inciso il mantra buddista Om mani padme hum. I mulini di preghiera si trovano intorno a tutti i templi del Tibet. Il gesto di farli ruotare equivale a rivolgere una preghiera al cielo, come il suono della campana.